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BIBBIA DEL XXI SECOLO.
LA STORIA DIVINA DI GESÙ CRISTO:
L'EVANGELIKOM
APERTURA DEL TESTAMENTO UNIVERSALE DI CRISTO GESÙ DI
YAHWEH E ZION
CAPITOLO DUE
LA SPERANZA DELLA SALVEZZA UNIVERSALE DELLA PIENEZZA
DELLE NAZIONI DELLA RAZZA UMANA.
IL RE È DIO
GESÙ CRISTO È IL RE
GESÙ CRISTO È DIO
I
Il Ringraziamento
Benedetto sia Dio, perché l'amore non lo ha fermato e ha posto la Giustizia
al di sopra dell'Amore, fondando così il suo Regno, agli occhi di tutta la Sua
Creazione, su una Giustizia Universale i cui principi non rispettano le persone
e la cui Legge non conosce eccezioni.
L'immunità per i loro atti che una parte dei figli di Dio ha avuto, da un
tempo lontano, prima della creazione dell'Uomo, chiedendo al Signore
dell'Eternità e dell'Infinito, una pretesa che è diventata pubblica quando con
una sola voce hanno usato Eva come un bacio di Giuda e Adamo come una lancia
contro il petto di Dio; in voci pulite che reclamano dal Signore del Cosmo e
degli spazi infiniti che la Casa di Yahweh e Sion, - Dei e figli di Dio,
principi dell'Impero del Cielo, - costituiscano l'eccezione alla Legge,
un'eccezione obbligatoria alla quale la Giustizia Divina si piegherebbe e
concederebbe la libertà eterna e onnipotente di agire a proprio piacimento
senza rispondere a nessuna Giustizia per i loro pensieri, parole e azioni;
Quell'Immunità infernale, demoniaca e malvagia che cercava di fare delle
Nazioni dell'Universo eserciti di soldati di latta per il divertimento degli
dei, e poiché Dio ama la Giustizia al di sopra di ogni cosa, Dio, sul cadavere
del Suo piccolo figlio, il nostro Adamo, l'ha negata una volta e per sempre per
l'eternità delle eternità, giurando sul Suo Capo Onnisciente e Glorioso che
tutti i nemici della Giustizia sarebbero stati banditi dal Suo Regno e dalla
Creazione per sempre.
Grande e profondo fu il dolore di quel Padre che, mentre si godeva il suo
riposo, fece uccidere il suo figlioletto senza dargli la possibilità di
difendersi. E terribile fu il grido di dolore che si udì in tutta la lunghezza
e l'ampiezza dei cieli contro la casa ribelle. Ma anche mentre il Suo petto veniva
trafitto dalla lancia del tradimento, l'Onnipotente e Onnisciente Creatore del
Cosmo aveva le mani e i piedi inchiodati alla Croce della Sua Giustizia; perché
se fosse sceso da quella Croce sarebbe stato lo Spirito Santo della Giustizia a
scendere all'Inferno, e non avendo spazio nella Sua testa per un tale futuro
per il Suo Regno, Dio Padre abbandonò il Suo piccolo figlio alla Morte, e con
Lui la pienezza delle nazioni della razza umana. Terribile sarebbe l'accusa di
coloro che solleverebbero contro la Sua Giustizia l'argomento che Egli ha
predestinato all'inferno un mondo intero per il peccato di un solo uomo. Ma la
Sua Bontà è infinita perché ha posto la Giustizia al di sopra dell'Amore,
affinché la Verità regni nei secoli dei secoli. Benedetto sia dunque Dio
Onnipotente, perché, potendo resuscitare Suo figlio Adamo, al prezzo di esporre
l'intera creazione alla corruzione nata dall'Immunità assoluta a favore di
coloro che la governano, Egli allontanò da Sé una felicità passeggera e scelse
un dolore presente, culla della gloria futura, gettando nell'Inferno, lontano
da Sé, quella Bonifica malvagia all'Inferno che dietro il perdono nascondeva il
suo fuoco.
II
La legge: Universale ed eterno
Il caso era semplice. Da una parte c'era Dio, Creatore di tutta la vita,
che è fiorita sulla Terra come è fiorita in precedenza in altre parti della Sua
Creazione, e che fiorirà per Sua volontà per l'Eternità in tutto l'universo.
In vista dell'esistenza pacifica di tutti i popoli del Suo Regno, Dio ha
stabilito una Legge eterna, che prevale sulle leggi individuali ed è il nucleo
da cui queste leggi individuali scaturiscono come rami dallo stesso tronco.
Questa Legge non ha eccezioni, non garantisce l'immunità a nessuna creatura.
Sia che si tratti di un Fratello, di un Figlio o di un Servo di Dio, ogni
essere vivente, da colui che siede alla destra del Trono di Dio fino all'essere
più umile del Paradiso, siamo tutti soggetti a questa Legge, in base alla quale
ognuno è responsabile dei propri atti davanti a una Giustizia Universale che
non fa eccezione per il Fratello, il Figlio o il Servo, e davanti al suo
Tribunale tutte le creature sono nude per essere giudicate secondo i loro
pensieri, le loro parole e le loro azioni. Non c'è spazio per l'invocazione
della Paternità Divina. La radice di questa Giustizia è la Verità; il suo
frutto, la Pace.
Dall'altra parte abbiamo una parte dei figli di Dio, che non potevano
accettare questa nudità ad eternum e rivendicavano l'immunità degli dei nati da
un Dio Onnipotente ed Eterno che nessuno può giudicare. E come figli di quel
Dio, rivendicarono il potere onnipotente che era naturale al Dio degli dei,
dando vita all'eccezione che la Legge non concede.
La domanda che era all'origine del tradimento di quei malvagi figli di Dio,
un tradimento consumato con l'omicidio di Adamo, era come strappare a Dio
quell'immunità. Infatti, non solo Dio non era, né è, né sarà per l'Eternità,
disposto a dare il via libera alla trasformazione della Sua Casa in un Olimpo
di dèi al di fuori della Legge, ma, per risolvere la questione, pubblicamente e
davanti a tutta la Sua Casa, personificata nel Suo figlio minore Adamo, fece
conoscere la Sua ultima Parola: "Chiunque mangerà di quel frutto morirà,
senza eccezione". Ed Egli non avrebbe più sentito parlare della questione,
mai più!
La Legge è universale e rimarrà tale per l'Eternità.
III
L'astuzia del serpente
Il pensiero di coloro che non potevano concepire la vita eterna nel seno di
una Pace Universale fondata su una Giustizia Divina davanti al cui Tribunale
tutte le creature, indipendentemente dalla posizione e dall'origine, sono
uguali davanti alla Legge; il pensiero di costoro, dico, e persino quando Dio
aveva dato la Sua Ultima Parola, e proprio perché l'aveva data, non solo non si
sottomise alla Necessità, per non parlare dell'Infinita Bontà che la Parola
riversò sul Futuro della Creazione, ma si lasciò trascinare in aperta
Ribellione sulla base di questa manifesta Decisione Finale: "Nel giorno in
cui ne mangerai, morirai sicuramente".
Con la sua malvagia astuzia, il capobanda e principe dei Ribelli mise sul
tavolo dei Congiurati, sotto il Segno del Serpente, la risposta al loro
problema. È evidente che la Legge è onnipotente finché ha nell'Essere di Dio la
sua forza, ma cosa succederebbe se Dio fosse schiavo della Sua stessa Parola e
per amore della Sua libertà dovesse infrangerla Lui stesso? In questo caso
ipotetico, non sarebbe discutibile che la Parola sia Dio? Mi spiego meglio:
La Legge è onnipotente e non fa eccezioni. Adamo mangia, Adamo muore. Per
il peccato di un solo uomo, il Capo del suo Mondo, poiché "Dio ha creato
l'uomo a Sua immagine e somiglianza", il Mondo intero muore. Ora, la Legge
vincola Dio alla Parola, alla sua Parola, rendendolo schiavo per consumare il
suo Progetto di formazione della razza umana. Quindi, essendo la Parola Dio, la
Legge vincola Dio al mondo fino al compimento della Sua volontà. Ma se questa
Volontà non dovesse mai essere realizzata e quindi la razza umana non dovesse
mai raggiungere la condizione di figli di Dio, Dio sarebbe obbligato a
rinunciare alla Sua Volontà, per cui la Divinità della Legge, per rimanere
libera dalla Sua Parola, dovrebbe essere abolita da Lui stesso. Costretto dalla
Sua Parola, Dio avrebbe dovuto provare ancora e ancora fino a quando la Sua
Volontà non si fosse compiuta..... ma se non si potesse realizzare... perché
non c'era... materia?
Allora tutto ciò che si doveva fare era usare Adamo come lancia contro la
Parola, conficcare la lancia nel petto di Dio, e da lì impegnarsi nella
Distruzione della Razza Umana, in modo che, non essendoci materia, Dio sarebbe
stato costretto a riconoscere di essere stato sconfitto, e di conseguenza
avrebbe dovuto concedere l'Eccezionalità alla Legge, imponendo questa
Eccezionalità alla sua Giustizia. Cioè, il Monte di Dio, Sion, avrebbe dovuto
evolversi e trasformarsi in un Olimpo. L'intera Creazione dovrà conformarsi a
questa nuova Legge... e tutti i Popoli dell'Universo saranno alla mercé... dei
Nuovi Dei.
IV
BATTAGLIA FINALE
Dio, il Padre di Adamo, fu ferito nel profondo del suo cuore. Come un padre
che torna da un viaggio e trova il cadavere di suo figlio ancora fresco nel
giardino della sua casa, Dio si arrabbiò infinitamente nello scoprire che
l'assassino di suo figlio era stato proprio colui al quale aveva affidato la
sua custodia durante la sua assenza.
Dio, in qualità di Giudice incorruttibile, emise la sentenza contro tutte
le parti con la severità richiesta dalla Giustizia, imponendo la punizione
senza tener conto dell'origine e dello status sociale dei colpevoli.
Dio, in quanto Creatore, si stupì dell'infinita follia che era ai suoi
occhi la dichiarazione di guerra lanciatagli in faccia da una creatura che Lui
stesso aveva sollevato dalla polvere e la cui esistenza poteva cancellare dalla
faccia del Tempo e dello Spazio con un semplice respiro.
Dio, in quanto Dio, non poteva non vedere dietro il movimento sulla
scacchiera dell'Eternità di queste pedine il volto del suo Vero Nemico: la
Morte.
Per molte eternità, dal giorno in cui si è proposto di conquistare prima
l'Immortalità e infine la vita eterna per tutti i viventi, la Morte ha seguito
le orme di Dio in tutto l'Infinito per costringerlo ad accettare la coesistenza
eterna, come era stata fin dall'inizio senza inizio dell'Increazione, della
Vita e della Morte nel seno della Creazione.
Dio si era limitato a ignorare l'esistenza della Morte come Entità non
creata e l'aveva considerata un fenomeno di mancanza inerente alla Vita, che,
una volta conquistata l'Immortalità Indistruttibile della vita eterna, aveva
considerato finita e bandita dal Suo Mondo.
La gioia della Trasfigurazione di Dio nel Padre e nel Figlio, la gioia
della Creazione dell'Universo e dei suoi primi Mondi, la gioia della crescita
del Suo Paradiso in un Impero meraviglioso e pieno di vitalità, erano gioie che
erano state rovinate dalle Guerre del Cielo; Tuttavia, poiché Egli conosceva
già la Scienza del Bene e del Male, si impegnò a estirpare dalla Sua Creazione
questo albero maledetto mediante la Legge, per evitare che la guerra, il suo
frutto, diffondesse il suo fuoco sull'Universo e l'Inferno portasse via la Sua
Opera nelle tenebre dell'oblio.
Improvvisamente, con lo Spirito in fibrillazione, e sebbene Dio sapesse che
"quel toro aveva già incornato prima", mise la Legge come un giogo su
tutti i Suoi figli, senza eccezioni, per sottometterli tutti all'obbedienza,
"quel toro" viene sciolto e si scaglia contro un Adamo senza alcuna
conoscenza della natura del frutto della conoscenza del bene e del male, e
quindi dell'Ignoranza come fondamento della Redenzione, un Adamo senza alcuna
conoscenza, dice, dell'istinto omicida della Bestia, che la Bestia divora a
morte.
Dio, dice a se stesso: "Impossibile"; alza lo sguardo e vede il
suo vero nemico, la Morte. E nel suo Dolore pianta il suo volto, accetta la
dichiarazione di guerra e si lancia nella Battaglia Finale.
V
Le fondamenta della Battaglia Finale
C'è stata la Redenzione perché c'era l'Ignoranza; quindi se attraverso
l'Ignoranza è arrivata la maledizione, attraverso la stessa Ignoranza, perché
c'era l'Ignoranza e se non ci fosse stata l'Ignoranza, la Redenzione non
sarebbe stata possibile tramite la Legge, la Redenzione ha avuto luogo ed è
stata contenuta nella Legge del Sacrificio di Espiazione per i peccati.
Ora, la Legge di Mosè guardava all'individuo e, nel suo aspetto più aperto,
al sacrificio per i peccati del popolo ebraico. Ma avendo il mondo intero
peccato e vivendo nel peccato a causa dell'ignoranza di Adamo, il cui peccato
noi, la pienezza delle nazioni della razza umana, abbiamo sofferto nella nostra
carne, questa Legge era un simbolo e un annuncio del Sacrificio espiatorio per
tutti i peccati del mondo che Dio stava preparando. La risposta alla domanda:
quale Agnello potrebbe valere così tanto agli occhi di Dio da lavare con il Suo
Sangue i peccati di un intero Mondo, e le sue derivazioni, fanno parte della
Dottrina della Santa Madre Chiesa Cattolica fin dai giorni degli Apostoli.
Ciò che è importante per noi è che Dio assunse la nostra Causa come Sua e
si assunse la responsabilità della Caduta, in quanto "sapendo che il toro
aveva le corna", espose il nostro futuro e quello dell'intera Creazione
alla libertà, sfruttando la quale i nemici dello Spirito Santo fecero
dell'ignoranza di Adamo il tallone d'Achille contro cui scagliare la lancia del
tradimento.
Avendo preso la nostra Causa, il Dilemma in cui i discepoli del Maligno
volevano intrappolare Dio, e tra i nodi del cui impossibile labirinto gordiano
volevano spogliarLo del Suo Spirito Santo, riducendo la Divinità a Potere, in
virtù della cui nuova Realtà la Verità, la Giustizia e la Pace sarebbero state
emarginate dalla struttura del Cosmo, quel Dilemma era come separare lo Spirito
Santo da Dio.
È stato naturale! Era questa Proprietà dell'Essere che si opponeva a un
salto di tale natura che, lasciandosi alle spalle la Verità come radice della
Giustizia, avrebbe posto il Futuro su un Campo di Guerra Perpetua, la cui
conclusione finale sarebbe stata la Distruzione Assoluta della Creazione
stessa. E quindi Dio rifiutò categoricamente di accettare la trasformazione del
suo regno in un Olimpo di dèi tutti al di là del Bene e del Male.
Ma dal punto di vista della scuola malvagia che difendeva questo nuovo
status e negava la Sapienza di Dio sostenendo che il Dilemma poteva essere
risolto rinunciando alla sua Verità, la strategia era chiara. Anche nell'evento
della creazione dell'uomo, Dio manifestò la Sua volontà di far conoscere a Suo
Figlio l'esistenza del Bene e del Male come Scienza, ma non come esperienza.
Perciò Egli simboleggiò questa Conoscenza sotto forma di albero. È con la pura
intelligenza che Dio ha voluto far conoscere a Suo Figlio l'esistenza del Bene
e del Male.
La strategia della Morte e del suo Principe si concentra quindi sulla sua
astuzia di far assaggiare al Figlio di Dio il frutto dell'Albero della Conoscenza
del Bene e del Male, cioè la Guerra. L'astuzia del maligno avrebbe raggiunto il
suo culmine nel sedurre l'Unico che poteva far sì che Dio aprisse nel corpo
della Legge un'eccezione, inglobando nel suo Olimpo gli dei, cioè l'intera Casa
di Dio.
E se il Figlio di Dio avesse trovato soddisfazione nella guerra? Come
poteva Dio sapere se al Suo Figlio unigenito piacesse o meno la Scienza del
Bene e del Male, se non ne aveva ancora assaggiato il frutto?
Di fronte a una presunta scelta terminale del Figlio di Dio a favore della
scuola del diavolo... lo Spirito Santo non perderebbe la battaglia?
Questo è stato lo schema infernale che il Maligno ha innalzato come propria
saggezza per separare Dio e lo Spirito Santo.
Quando Dio scoprì il suo effetto e si trovò davanti al fatto compiuto, vide
per la prima volta il volto del Suo vero nemico, la Morte.
Era chiaro che una Forza increata era all'opera in quel luogo e, poiché
l'unica parte dell'increazione che non divenne parte della creazione era la
morte, Dio non poteva più scusare il comportamento dei Suoi figli in questo e
in quello, né poteva continuare a incolparsi per aver sottovalutato il valore
della Sua stessa vittoria contro la morte, ossia la creazione della vita a Sua
immagine e somiglianza.
La morte, quella realtà che un tempo Egli definiva con l'assenza di vita
eterna, gli fu rivelata in tutta la sua realtà non creata nella follia della
scuola del Serpente, alla cui testa Satana, una creatura delle sue stesse mani,
cercò di distruggere lo Spirito Santo usando il Figlio contro il Padre.
La battaglia divenne cosmica. Era l'intera Creazione ad essere minacciata
da quella Forza non creata contro la quale Dio si sarebbe sollevato con il Suo
Modello di Cosmo, un Nuovo Universo in cui la Vita ha la sua Origine in Dio,
eredita la sua Immortalità e diventa un Albero i cui rami coprono con i loro
frutti i Mondi, l'Eternità e l'Infinito.
Era questo Nuovo Universo che la Morte doveva abbattere.
E solo Dio stesso poteva sollevarsi contro quella Forza e bandirla dalla
Sua Creazione. Era l'ora della Battaglia Finale di quella Guerra che Dio
dichiarò contro la Morte, quando per Sua Volontà la Vita divenne Immortale! Se
fino a quel momento Dio non aveva visto faccia a faccia il vero nemico della
sua Creazione, una volta consumata la follia che si è svolta nell'Eden, Dio
aprì gli occhi e vide il volto del suo Nemico.
Da quel momento, tutte le domande sono rimaste in sospeso.
VI
L'aspettativa della "creazione intera".
È evidente che Colui che una volta aprì nell'Infinito la Fonte da cui
sgorga tutta l'energia creativa del Cosmo, questo stesso Dio potrebbe
distruggere tutta la creazione, aprire un buco nero nell'Infinito e gettarvi il
Suo Nemico, sigillando quella fossa per l'Eternità.
Ma questo si suppone per un Dio che è solo e agisce secondo la sua
solitudine. Ma Dio non è solo. Ciò che Dio non ha mai dovuto fare, spiegare
perché fa questo o quello, da quando il Padre è nato in Lui, Dio non poteva più
semplicemente agire secondo il suo impulso immediato. Come spiegare a Suo
Figlio la distruzione massiccia di un intero Cosmo senza basare il suo potere
sul capriccio di un Dio che può permettersi di fare e disfare a suo piacimento!
La morte aveva colpito dove pensava che la sua freccia avrebbe messo in
ginocchio Dio.
Non si crea un Cosmo e si decide da un giorno all'altro di cancellarlo
dalla mappa. Questo viene fatto dai matematici e dai pazzi. Nessuno lavora
dall'alba al tramonto per un'intera estate per lasciare che la frutta cada a terra
una volta matura.
Il Figlio primogenito di Dio è l'unigenito, l'Essere del suo Essere. La
prima cosa che questo Figlio si chiederebbe è perché. Questo Unigenito Suyop è
Primogenito, cioè ha dei Fratelli. Dio non poteva semplicemente prendere il suo
Nemico per il collo e gettarlo nello Sheol. Cosa avrebbe spiegato ai suoi
Figli!
E cosa più importante: come poteva conoscere la risposta del Suo Figlio
Unigenito alla domanda all'origine della caduta di Adamo e della ribellione
allo Spirito Santo, se non era Lui stesso esposto alla tentazione?
L'intera Creazione è rimasta in sospeso da Adamo a Cristo. Perché era
evidente a ogni Vivente che l'Immortalità e la Scienza del Bene e del Male sono
incompatibili e che Dio, per amore del Suo Figlio unigenito, se fosse arrivato
all'estremo di scegliere tra Suo Figlio e l'Universo, avrebbe distrutto
l'intera Opera delle Sue mani, ridotto il Cosmo in polvere e, come aveva già
fatto in precedenza, avrebbe ricominciato tutto da capo, avendo cura questa
volta di non lasciare alcuna porta aperta al Seme del Diavolo.
Il futuro dell'intera Creazione, così come esiste, era quindi nelle mani
del Figlio di Dio. E c'era solo un modo per chiudere il dubbio: che il Figlio
di Dio parlasse per Se stesso.
Per Dio la questione era al di là di ogni dubbio, ma poiché il dubbio aveva
trovato la sua strada e chiedeva di sentire dal Figlio di Dio stesso la sua
parola finale sulla questione: SÌ all'eccezione alla Legge per i figli di Dio,
o NO ad essa, essendo l'Unigenito soggetto alla Legge, così sarebbe stato.
Tutto l'Antico Testamento non è che la preparazione del palcoscenico dal
quale il Figlio di Dio avrebbe fatto conoscere la Sua risposta "a tutta la
creazione" La Sua posizione sulla Scienza del Bene e del Male: eccezione
alla Legge per i figli di Dio, o il Regno della Giustizia su tutti gli esseri
senza rispetto della persona?
I figli di Dio che divennero il corpo del Serpente Antico, facendo di
Satana la loro testa suprema, resero nota la loro decisione danzando sulla
tomba di Adamo, dimostrando che non erano disposti a vivere sotto l'Impero di
una Legge che non fa distinzione tra Governante e Governato, tra Re e Popolo
per nulla al mondo.
Avendo firmato la Dichiarazione di Guerra contro lo Spirito Santo sul
sangue di Adamo, l'intera creazione, sconvolta dalla Fine che si profilava
all'orizzonte, rimase con il petto gonfio e il cuore che si contraeva, in
attesa della Decisione di Colui che solo poteva ottenere da Dio una tale
trasformazione del suo Impero in un Olimpo di dei, tutti al di là del Bene e
del Male.
VII
Impero o Croce
Ci sono due cose con cui non si può scherzare: il sangue e il fuoco. Ma
quando il sangue e il fuoco diventano una cosa sola?
Il suo nome era Gesù. Tale era il nome del Figlio di Dio, dalle cui labbra
dipendeva il futuro dell'intera Creazione. Per amore di Suo Figlio, Dio non
avrebbe esitato a cancellare le galassie dalla mappa del cosmo, a cancellare il
cosmo stesso e a iniziare una Nuova Creazione. La decisione è stata sua.
Si è fatto uomo affinché l'intera creazione ascoltasse, con parole naturali
per il suo corpo, la risposta del Figlio di Dio alla domanda in questione: Sì o
No allo Spirito Santo di una Legge che non ammette eccezioni e che è indicata
come la Roccia su cui si erge indistruttibile l'edificio della Giustizia contro
il passare del tempo.
La sua era l'Ultima Parola.
Se la sua risposta era No all'uguaglianza di tutte le persone davanti alla
Legge, Gesù doveva solo scrivere il suo No incarnando la visione del Messia che
il Giudaismo aveva formato nella sua ignoranza dello Spirito che ispira le
Scritture. Lui è il Figlio di Dio, il suo è il Potere. Una volta presa la
decisione finale, se secondo il giudaismo, niente e nessuno poteva tagliare il
passaggio del Figlio di Davide all'Impero Universale di Gerusalemme; Roma
succedette ad Atene, Atene a Susa, Susa a Babilonia, Babilonia a Ninive, Ninive
a... il viaggio del 'testimone all'impero' sarebbe terminato a Gerusalemme...
se la decisione finale del Figlio di Davide era un No alla Legge dello Spirito
Santo.
Se la risposta di Gesù era Sì alla Legge dello Spirito Santo, il Figlio di
Dio doveva solo piegare le ginocchia e salire sulla Croce, firmando così la Sua
Dichiarazione Finale con il sangue di Cristo.
Due cancelli. L'uno portava alla gloria effimera dell'impero; l'altro...
alla gloria eterna del Regno di Dio. La decisione è stata sua. Il futuro
dell'intera Creazione era nelle Sue mani. Se il Figlio volesse vedere con i
propri occhi in quale esperienza ha avuto origine la Legge del Padre contro la
Scienza del Bene e del Male, questa esperienza porterebbe l'intera creazione
alla sua totale distruzione. Avremmo la gioia per l'oggi e il dolore della
morte per il domani... anche se questo domani si trasformasse in un'eternità
dall'altra parte della Notte dei Secoli.
VIII
La Dottrina del Diavolo
Il Figlio è Dio, come il Padre, e potrebbe permettersi il lusso di vivere
un'Apocalisse cosmica dall'altra parte del libro della Storia di un Impero
tutto suo. E allora? Ogni essere vivente non è forse argilla su cui Dio soffia
il suo alito di vita e se lo ritira muore e ritorna alla polvere? Perché non
vivere l'esperienza? Dopo tutto, una creatura non può sopportare l'esistenza
eterna. Prima o poi ha bisogno della Morte, la chiede, la implora, è il sogno
dell'eterno riposo, il sogno della pace finale, polvere alla polvere, cenere
alla cenere. Perché non fare di questo tempo tra l'oggi e il domani
un'avventura olimpica, una passeggiata nei campi della Guerra degli Dei?
Dio non ha nulla da perdere, perché è indistruttibile, ed essendo il Figlio
della stessa natura del Padre, dov'è la paura? La Creazione non è forse uno
spettacolo? A volte: tragedia, a volte: commedia, ora un circo, poi una guerra,
un matrimonio, un funerale, una lacrima, una risata? Che male c'è a divertirsi?
Cosa c'è di buono in una Legge che non ammette eccezioni e che assomiglia a una
macchina che segue le linee guida di un programma virtuale?
Dopo tutto, il Divino è onnipotente e gli basta voler trasformare le pietre
in pane, aprire la bocca per spegnere il fuoco e resuscitare le pedine cadute
durante la scena di una Guerra dei Mondi. Cosa c'è di sbagliato nella gloria di
un Dio che cammina con il suo Potere attraverso le stelle, mobilitando i mondi
come mandrie che corrono al macello per nutrire il ventre degli dei?
Libertà, Pace, che cos'è tutto questo, se non c'è il potere di liberare gli
schiavi e di porre fine alle guerre?
IX
La Dottrina del Regno dei Cieli
Si chiamava Gesù ed era il Cristo: "Allontanati da me, Satana".
Quello fu il momento in cui il cuore dell'intera creazione si sciolse e il seno
che si stava restringendo si allargò, e nella gioia di tanti bambini le lacrime
sgorgarono dagli occhi di Dio. E si udì un grido nell'Infinito: Vittoria!
Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, un solo Dio, una sola Realtà
eterna.
Ora dobbiamo firmare la Risposta annegando la penna nel sangue dell'Agnello
di Dio. Ora, per essere il primo a certificare il No all'Eccezione alla Legge.
In base alla Legge, Cristo Gesù doveva morire, perché, essendo ebreo di
nascita, si oppose alla Legge di esclusione di tutte le nazioni dal regno di
Dio, imponendo come condizione sine qua non per il godimento della salvezza:
l'obbedienza al tempio di Gerusalemme. Ma Cristo Gesù era il Figlio di Davide,
spettava a Lui invocare l'Eccezione o piegare le ginocchia alla Legge.
Se Cristo Gesù seguiva la dottrina del Diavolo, avrebbe invocato
l'Eccezione; se quella del Regno di Dio, anche come Dio Figlio unigenito,
doveva diventare uguale alla Sua creatura, affinché nel Suo Sì l'intera creazione
trovasse la sua Vita.
La decisione del Figlio di Dio è scritta. Nel suo Sì alla Legge dello
Spirito Santo, la creazione ha trovato il suo Salvatore.
Dio, esaltato davanti a tutta la Sua Casa dall'obbedienza del Suo amato
Figlio, ha abolito l'Impero dei figli di Dio e ha innalzato la corona del Suo
unigenito Figlio al Regno universale. Non ci sono re, ma solo principi, tutti
soggetti alla Corona universale ed eterna del Figlio di Dio. Un solo Re, un
solo Signore e Salvatore.
X
La speranza della salvezza universale
Ma Dio fece di più. Ha posto tutto ai piedi di Suo Figlio, sia il Trono del
Regno, davanti al quale risponde ogni Potenza, sia il Trono del Giudizio
Universale, davanti al cui Tribunale risponde ogni creatura. E mettendo il
Giudizio Finale nelle Sue mani, Dio ha investito Suo Figlio della Gloria che
Dio aveva riservato per Sé: la Gloria di Colui che ha il potere di firmare
l'Assoluzione Universale o la Sentenza di Condanna ad eternum, essendo il Suo
Giudizio definitivo e inappellabile.
Raccogliendo, quindi, la Giustizia con la quale l'ignoranza dei nostri
padri ci ha reso degni della Redenzione, Dio ha voluto darci come Giudice lo
stesso Giudice che in principio disse: "Sia la Luce", affinché
trovassimo nel Giudice il nostro stesso Salvatore, Colui che ha sofferto la
Morte nel Suo stesso essere, e conoscendo il Suo Potere, ci giudicasse secondo
la nostra natura e non in relazione alla Sua.
Fin dalla nostra prima adolescenza consegnata all'Impero della Morte, un
mostro onnipotente che preparava una tavola da banchetto per i suoi principi,
servendo la nostra carne per il cibo dei re e il nostro sangue per l'ambrosia
degli dei, noi, le nazioni dell'umanità, avevamo odio e astio per l'Impero
della Morte, il mostro onnipotente che preparava una tavola da banchetto per i
suoi principi, noi nazioni umane avevamo l'odio e la vendetta per i tutori e
gli insegnanti, la crudeltà e il terrore erano la nostra scuola e la nostra
accademia, ci siamo fatti strada nei millenni come bestie che strisciano a
quattro zampe attraverso deserti inospitali dove la legge è divorare o essere
divorati. La Scienza del bene e del male era il nostro destino! Chi avrà pietà
dei crimini commessi nell'oscurità di una battaglia in cui la tregua e la resa
dei conti erano per i morti?
Come può il Dio dell'Amore consegnarci nudi, con la nostra anima originale
forgiata in nuvole di ovatta senza peso come sogni felici, a un Tribunale
estraneo alla Misericordia?
Il Dio di tutti gli amori avrebbe permesso a un Giudice che non ha mai
conosciuto la fragilità di questa nostra carne incatenata al muro degli inferni
crudeli della fame e della sete di giustizia di alzare il pugno contro di noi?
Come si può giudicare il fango che non resiste all'impeto della corrente
che scende dalle montagne trascinando pietre e tronchi?
In base a quale legge si può giudicare il morso che il cucciolo abbandonato
nella giungla dà contro la gamba di colui che dorme nella sua tenda?
Quale Legge deve essere abbandonata per giudicarci per le nostre azioni
senza tenere conto della forza onnipotente che da nuclei in incognito scaglia i
suoi fulmini contro le menti colte nel mezzo di una festa?
Colui che ha sognato la nostra liberazione nello spazio non doveva forse
portare con sé la nostra liberazione nel tempo?
Dio, il più amorevole di tutta la Sua creazione, desiderava aprire gli
orizzonti al Potere di Suo Figlio e mostrargli come, con una sola Parola, può
far rinascere un intero Mondo e far sì che la sua Anima non ricordi il dolore e
la tristezza, ma, come chi fa un brutto sogno, si alzi e dimentichi per sempre
l'incubo in cui è stata intrappolata da un abominevole Tradimento.
Guardate la Gloria del nostro Giudice, non è nella nostra Condanna, ma
nella nostra Assoluzione.
E poiché nello spirito di profezia c'è l'Assoluzione per chi si converte, è
in questo Spirito che la Dottrina del regno dei cieli è venuta a noi, affinché
con la nostra conversione ottenessimo la Grazia per tutte le nazioni del nostro
genere, in modo che se da un uomo siamo stati resi tutti peccatori, e da un
altro solo molti sono stati resi giusti, da coloro che crediamo possano essere
giustificati che non hanno conosciuto né visto il Figlio di Dio. Poiché
l'argomento del peccato delle nazioni è derivato dalla loro ignoranza della
conoscenza del bene e del male, la porta attraverso la quale il Diavolo è
entrato nel nostro mondo, essendo giustificato dalla saggezza delle nostre
opere, dalle nostre opere, sollevate come argomento in difesa delle opere
commesse nell'ignoranza, il Giudice Universale veda che una volta installato
nella sua Saggezza, il peccato non può più avere potere sull'uomo, da oggi e
per l'eternità.
CONSIGLIO VATICANO DEL XXI SECOLO
CONSIGLIO UNIVERSALE PER IL CULTO DEL FIGLIO DI DIO
COSTITUZIONE ETERNA DELLA CHIESA
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