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IL DIARIO DELL'ETERNITÀ. NOVEMBRE 2022

   

 

MAGNA CARTA DEL REGNO DI DIO

 

Dichiarazione di principi

Prima del Concilio di Nicea, tenutosi nel 325 d.C., un Concilio in cui la Chiesa cattolica adottò il titolo di romana come risposta all'arianesimo, un titolo in cui il protestantesimo non volle vedere altro che l'ubiquità del successore di San Pietro, operando così il protestantesimo alla maniera di una religione settaria che esigeva una rottura schizoide, irreversibile e incontrovertibile con la Memoria storica della Nazione, un'esigenza che la Storia universale ha visto consumarsi nel processo di espansione dell'Islam, la cui conversione ha determinato la demonizzazione dell'intero passato dei popoli sottoposti al ferro e al fuoco del Corano, e perché era necessario per il cattolicesimo gesuitico erigere una barriera visibile tra la Chiesa apostolica e quell'arianesimo che negava il dogma della Trinità, e in particolare la divinità del Figlio; fino all'avvento del Concilio universale del 325 d.C.. C. La Dichiarazione di Fede sotto pena di morte confessata da tutte le chiese può essere riassunta nelle seguenti parole:

“YAHWEH Dio, il Signore degli eserciti delle Sacre Scritture degli Ebrei, il Dio degli dei del patriarca Abramo, del profeta Mosè, del re Davide: YAHWEH Dio è il vero Dio”.

YAHWEH Dio è Padre; il suo Figlio primogenito si chiama Gesù. Questo Primogenito di Dio è colui che si è fatto uomo, nato a Betlemme di Giuda durante l'impero del Cesare Ottaviano Augusto, alla fine del regno di Erode Ben Antipater, nel primo anno del secolo di Cristo.

Il Figlio di Dio è venuto nel mondo per acquistare la nostra redenzione al prezzo del sangue di Cristo.

Questo Redentore, mentre era nel mondo, ci ha rivelato l'Uomo che Dio ha creato in principio a sua immagine e somiglianza. Quell'uomo è Cristo. E quell'Uomo è in noi.

Quest'uomo è colui che confessa con un cuore traboccante di eternità e uno spirito aperto all'infinito che il Primogenito di Dio, Gesù, il Cristo, è il modello eterno a immagine e somiglianza del quale Dio ha creato l'uomo.

Quel Gesù che è venuto nel mondo per offrirci la vita eterna, quel Gesù che è l'unigenito Figlio di Dio, increato, increabile, principio e fine della creazione, alfa e omega dell'attività divina, primo e ultimo della sua natura: Dio unigenito, nostro Re e Signore, nostro Maestro e Salvatore.

A proposito di questa fede si compie la Parola di Dio che dice: "Il giusto vivrà per fede".

Questa semplice ed elementare Confessione, questa elementare e semplice dichiarazione di Fede, come ancora oggi costa la vita a molti uomini e donne, così ieri, prima di Nicea, significava la morte.

Noi, oggi, indipendentemente dalla reazione di chi la sente o l'ascolta, continuiamo a confessare la Dichiarazione universale che tutta la Creazione confessa con la bocca e vive con il cuore:

Articolo primo: Dio è amore

Dio, volontariamente e liberamente, spinto dall'Amore per suo Figlio, ha fatto della sua Creazione un Regno.

Nessuna forza diversa dall'Amore per la Vita è all'origine dell'impulso che ha portato Dio a creare questo Regno eterno, uno spazio in cui la pienezza delle Nazioni della Creazione condividono la stessa Vita e si relazionano con il loro Creatore alla luce della Sua Infinita Sapienza Eterna.

La dottrina protestante calvinista che equipara YAHWEH Dio a un Essere Onnipotente che dirige la Scienza del Bene e del Male a suo piacimento è, come l'arianesimo a suo tempo, una negazione della Teologia di Gesù Cristo dei Padri del Concilio di Nicea, e di conseguenza è nemica dello Spirito Santo che per bocca dei suoi figli ha detto: "Dio è Amore".

Perché cosa c'è di più contrario all'Amore per la Vita di un Dio malvagio che crea mondi al solo scopo di trascorrere l'Eternità ammazzando il tempo nel gioco apocalittico della salvezza? Il calvinismo protestante, basando la sua difesa sull'impossibilità per una creatura di opporsi al disegno del Creatore, ha assolto il diavolo dall'essere la mente della caduta.

Articolo 2: Dio è Padre

Dio è la fonte da cui emana la Costituzione del Suo Regno, da cui sono governate tutte le Civiltà dei Popoli dell'Universo e si articola la Pienezza delle loro Nazioni. Questa Costituzione universale ha la sua origine e il suo principio nella Paternità divina. Da questa Paternità e attraverso di essa Dio legifera dalla sua Onniscienza e giudica dalla sua Prescienza, la Verità come principio, mezzo e fine della sua azione. Figli di Dio, cittadini del suo Regno, corriamo a Lui spontaneamente e ci gettiamo tra le sue braccia, gridando con tutto il nostro essere: Padre nostro!

Articolo 3: YAHWEH è Dio

YAHWEH è il nome dell'Essere che ha creato il campo di galassie e l'oceano di stelle dell'Universo. LUI è il Creatore del Cosmo e di tutto ciò che esiste nell'Universo. LUI è la fonte da cui scaturisce il Futuro di tutte le cose, che con il Suo Essere sostiene e con la Sua Parola muove verso l'orizzonte che non sarà mai raggiunto e ha nell'Infinito il suo Orto. YAHWEH è la sorgente del fiume della Vita, LUI è Colui che mantiene il futuro della Pienezza delle Nazioni in eterna e gioiosa crescita e ne fa confluire il flusso nell'oceano della Sua Onniscienza. Tutto ciò che esiste, nel Cosmo come nell'Universo, ha in LUI la sua causa fisica e la fonte di energia che gli permette di crescere per l'Eternità.

Articolo 4: Dio è il Signore

Per diritto di creazione tutto appartiene a YAHWEH Dio. LUI ha tutti i diritti di proprietà su tutta la Sua creazione. Tutte le cose, quelle del Cosmo come quelle dell'Universo, quelle del Cielo come quelle della Terra, appartengono a Lui e LUI le governa secondo la Sua Infinita Saggezza. Da questa Verità Eterna LUI ha dato la Corona del Suo Regno al Suo Figlio Primogenito. Gesù Cristo è il nome di Suo Figlio, Gesù Cristo è il nome del Re della pienezza delle nazioni. 

Articolo 5: Il Re è Figlio Unigenito

C'è un solo Re, universale ed eterno. Suo Padre è Dio. Al Padre va l'adorazione di tutte le creature dell'universo e al Figlio l'obbedienza di tutti i cittadini del Regno dei Cieli. Il Re è Figlio Unigenito; Figlio prediletto, è la causa metafisica della creazione di Dio. Come Re è il Capo di tutti gli eserciti del Regno di Dio, è il braccio di YAHWEH, suo Padre. È il Principe dei principi del cielo, il Primogenito dei figli di Dio. 

Articolo sei: Il Signore degli eserciti

YAHWEH è il Signore degli eserciti del suo Regno. A capo di tutti gli eserciti della pienezza delle nazioni dell'universo, LUI ha posto il suo Primogenito, il nostro Re, il suo Figlio prediletto. Tutti gli eserciti del Suo Regno obbediscono solo ed esclusivamente al loro eterno Re e si muovono solo al comando della Sua voce. Nessun potere esecutivo al di fuori della sua Corona ha il potere di guerra e di pace. Tutte le nazioni del Regno di Dio depongono i loro eserciti ai piedi del Re, il cui Consiglio ha il potere della guerra e della pace. Questo Consiglio ha nel Padre, YAHWEH Dio, il suo Capo onnipotente e onnisciente. Tutti gli eserciti dell'insieme delle nazioni sono governati da questa legge di obbedienza al Consiglio del Re del Cielo. Nessun governo ha potere sugli eserciti della nazione a cui appartiene. Al Re, infatti, e solo al Re, suo Padre, Dio, ha dato questo potere. Suo Figlio, il nostro Re, è il suo braccio, il braccio destro di YAHWEH Signore degli eserciti. 

Articolo sette: Il Sommo Pontefice

Il Re è l'Unico Sommo Pontefice della Pienezza delle Nazioni. La pienezza delle Nazioni della Creazione non ha che una sola religione, un solo Dio e un solo Sommo Pontefice, attorno al quale tutti i Popoli dell'Universo si uniscono per adorare l'Unico Vero Dio, YAHWEH, il Padre, Creatore di tutte le cose, del Cielo come della Terra, il cui Spirito Santo anima tutti e li mantiene in sana e gioiosa crescita. Egli, il Sommo Pontefice, è l'Unico Vivente che sta davanti al Dio dell'Eternità e dell'Infinito; il suo nome è Gesù Cristo.

Articolo 8: La Chiesa

Il Sommo Pontefice, Gesù Cristo, l'Unigenito Figlio, è l'Unico Capo, Supremo e Divino, e per Divino: Visibile, di tutti i Vescovi e di tutti i sacerdoti e pastori della Pienezza delle Nazioni. A Lui solo devono la loro obbedienza sempiterna tutti i Vescovi e tutti i sacerdoti e pastori che, con Lui e in Lui, formano un unico e sacro Corpo eterno, la Chiesa. Questa Chiesa, il Suo Corpo, ha per casa l'intero Regno di Dio e nella sua carne, in mezzo alla Pienezza delle Nazioni, mantiene viva la Dottrina dell'Eternità e dell'Infinito: YAHWEH è Dio e Padre.

Articolo nove: Dio è giudice

Creatore e Fondatore del Regno dei Cieli, la cui Corona appartiene a Lui ed Egli la condivide in vita con Suo Figlio, poiché essendo Dio non può morire, Suo Figlio eredita in vita la Corona che per diritto di primogenitura gli appartiene; essendo il suo Creatore e Fondatore, YAHWEH Dio ha riservato al Re la Presidenza della Corte Suprema di Giustizia, la cui Giurisdizione comprende la Plenitudine delle Nazioni del Suo Regno, ponendo così Dio nelle mani del Re il potere illimitato di giudicare colui che presiede la Corte Suprema di Giustizia del Suo Regno. Poiché il Figlio ha ereditato in vita la Corona che avrebbe ereditato dopo la morte del Padre, il Padre, essendo Dio, ha aperto il suo testamento in vita affinché in vita, essendo il Figlio della sua stessa Natura divina, potesse godere di ciò che altrimenti non avrebbe mai potuto. Lo ha glorificato alla nascita, abolendo ogni corona e innalzando il proprio al Trono di Dio, suo Padre; e lo ha glorificato nuovamente alla morte, insediandolo sul Trono di Presidente della Corte di Giustizia del suo Regno, con il potere illimitato di emettere sentenze, a misura di Dio stesso, compresa l'assoluzione universale.

Articolo dieci: La legge dell'uguaglianza

Tutti i cittadini del Regno dei Cieli, in quanto figli di Dio, indipendentemente dalla nazione di origine, godono della stessa uguaglianza davanti alla legge. Tutti i cittadini del Regno di Dio, senza eccezioni, dal Re che siede alla destra del Padre fino al più piccolo dei suoi figli, tutti i cittadini della pienezza delle nazioni sono responsabili dei loro atti davanti alla giustizia, tutti sono soggetti alla legge universale della pari responsabilità.

Articolo undici: La legge della libertà

Dio è il Signore e a LUI appartiene il suolo dove abita la pienezza delle nazioni. Erede di suo Padre, partecipe di tutti i suoi beni, il Re è il Signore del suolo su cui camminano tutte le Nazioni. I confini del Suo Regno si estendono intorno alla Pienezza delle Nazioni. I cittadini della Pienezza delle Nazioni del Suo Regno sono liberi e godono della libertà di movimento di chi ha Dio per Padre e il Re dei Cieli per Fratello. 

Articolo dodici: La legge della fraternità

Tutti i beni e le ricchezze della Pienezza delle Nazioni, del suolo come del popolo, appartengono a Dio. Tutti i cittadini del Suo Regno, indipendentemente dalla loro nazione, possiedono per nascita il diritto di usare e godere di tutti i beni e le ricchezze dell'universo. È Dio che moltiplica i beni e le ricchezze del suo Regno, sia attraverso la natura che attraverso i suoi figli, in vista della felicità della pienezza delle nazioni.

Articolo 13: La legge dell'intelligenza

Dio crea i suoi figli intelligenti a sua immagine e somiglianza per l'arricchimento della pienezza delle nazioni in tutte le scienze e tecnologie. Essendo L'origine di tutta la conoscenza, tutti i benefici provengono dalla Sua onniscienza e sono soggetti alla legge della fratellanza eterna. Perché Dio opera in tutti per l'arricchimento e la crescita di tutti nella Conoscenza di tutte le cose. 

Articolo 14: La legge della pace

È dovere dei figli di Dio far sì che la Pienezza delle Nazioni abbia accesso libero e gratuito alla Biblioteca della Conoscenza Universale per la soddisfazione e la felicità dei loro Popoli in tutto ciò che riguarda le necessità di strutture e infrastrutture relative alle Tecnologie e alle Scienze della Pace e della Salute. La Pienezza delle Nazioni, sia attraverso i Figli di Dio e le loro Fondazioni da progetti privati o internazionali, sia attraverso il loro Consiglio, hanno il dovere di fornire tutti i mezzi finanziari ed economici necessari affinché questo Standard di Saggezza si realizzi e le nazioni più lontane dal Modello Sociale di Civiltà si avvicinino al centro universale senza subire il lungo e stretto cammino percorso dalle nazioni che ne compongono il nucleo. Nessun mondo e nessun sistema di civiltà può sussistere nel tempo e nello spazio a condizione di una differenza cronica e invincibile tra le sue nazioni. La disuguaglianza imbattibile attraverso la costante distruzione degli schemi temporali porta i Mondi alla loro scomparsa dalla faccia dell'Universo attraverso il progressivo esaurimento delle risorse naturali e l'aumento ciclico delle armi da combattimento tra coloro che impongono la disuguaglianza come mezzo di sussistenza. Se chi semina venti raccoglie tempeste, cosa raccoglierà chi semina tempeste? Offrire liberamente e gratuitamente a tutti i Popoli i frutti della Civiltà significa offrire a tutte le Nazioni il frutto dell'albero della vita: che è la Pace.

Articolo quindici: Il diritto di guerra

Il frutto dell'albero proibito è la guerra. La Legge Naturale Divina stabilisce che l'accesso e la partecipazione alla crescita delle scienze dell'albero delle Tecnologie di Difesa è vietato a tutti gli agenti al di fuori del Corpo degli Eserciti della Pienezza delle Nazioni. La Legge Naturale Divina stabilisce che il frutto dell'albero delle Tecnologie di Difesa è sotto l'amministrazione del Consiglio dei figli di Dio, e quindi vieta espressamente la vendita di prodotti e informazioni sotto pena di reato contro la Sicurezza dell'Umanità. Nessuno può vendere tecnologia e informazioni a terzi attraverso una seconda parte senza provocare spaccature belliche nella Comunità internazionale e terremoti dittatoriali in quelle nazionali. Per l'adempimento di questa Legge per la Pace e la Sicurezza dell'Umanità, i figli di Dio hanno il dovere di promuovere e costruire la formazione di un Consiglio degli Stati Maggiori come responsabile e garante dell'adempimento di questa Legge, e la sottomissione di questo Consiglio al Consiglio della Pienezza delle Nazioni del Regno di Dio sulla Terra. La storia ha dimostrato con esempi eclatanti come le tecnologie di Difesa in mano a gruppi privati diventino fonte di terremoti bellici che devastano il progresso delle nazioni in via di sviluppo in nome dei profitti di quel gruppo produttivo, e come tali gruppi siano nemici della Pace nel Mondo a tutti i livelli, poiché dovendo vivere a tutti i costi della vendita dei loro Prodotti, l'obbligo li trascina a creare nuove guerre, seminando l'odio tra le nazioni come mezzo di vendita. Sebbene all'inizio Dio non volesse introdurci con il metodo dell'esperienza nella conoscenza della Scienza del bene e del male, una volta provocato il conflitto cosmico in cui è ancora intrappolata la Razza Umana, Dio nella Sua Onniscienza ha fatto in modo di portarci alla conoscenza di tutte le leggi nel più breve tempo possibile, anche a costo dell'immensa tragedia che questo spettacolo comporta. Infatti, la conoscenza delle leggi di questa Scienza è la piattaforma da cui partire per articolare la struttura del futuro sulla roccia della nostra esperienza. Sapendo che il destino di ogni mondo soggetto alle leggi della Scienza del bene e del male è la sua scomparsa apocalittica, nelle parole di Dio: il suo ritorno alla polvere cosmica, l'esperienza si unisce alla Scienza per porre sul tavolo le fondamenta di un'Architettura Biopolitica secondo i cui assiomi e il cui spirito: il bene di tutti attraverso la partecipazione di tutti a tutti, per articolare l'Edificio della Pienezza dei Popoli. In questo campo, senza violenza ma senza concessioni, tutti i figli di Dio hanno il dovere di contribuire con il loro grano, sapendo che la cava da cui ognuno di noi contribuisce con il suo grano ha origine nel nostro Creatore. Pertanto: Le Tecnologie di Difesa al servizio della Pace e il processo di produzione sono soggetti a questo Standard di Pace e Sicurezza.

Articolo 16: La legge sulla sicurezza

Il frutto dell'Albero della Vita è la Pace. Non si possono recintare le nazioni dalla pace a causa degli interessi privati di alcuni gruppi finanziari internazionali; né noi figli di Dio possiamo accettare di sottomettere il godimento della libertà agli obiettivi di quei gruppi di pressione, stranieri o nazionali, i cui scopi e fini hanno nella destabilizzazione dei governi una porta attraverso la quale entrare e saccheggiare le ricchezze delle nazioni. Il Consiglio dell'Intero delle Nazioni non può garantire la pace e la libertà internazionali senza il potere di affrontare questi gruppi, sottoporli alla legge e dichiararli fuori legge se persistono nelle loro azioni contro la sicurezza. È in questo contesto che la Legge naturale divina prevede che il Consiglio dei figli di Dio abbia tutto il potere di decretare l'espropriazione dei beni di qualsiasi associazione finanziaria internazionale il cui mezzo di profitto sia la destabilizzazione dei governi nazionali. La Legge Naturale Divina afferma che il Consiglio dei figli di Dio ha il potere di decretare la disintegrazione delle associazioni finanziarie internazionali che operano sotto una legge di legalità imperiale, senza corso legale in questa Nuova Era, e di portare davanti alla Corte Internazionale di Giustizia i loro capi e collaboratori locali, testa e coda. L'intervento nell'economia di una nazione da parte di un gruppo di interessi, fisici o giuridici, esterni all'organo legislativo della nazione interessata implica la sua invasione da parte di uno Stato apolide, la cui attività, sebbene mascherata dalla legittimità delle operazioni finanziarie, è finalizzata all'attività terroristica internazionale, che consiste nella destabilizzazione del governo di un popolo a causa degli interessi del gruppo finanziario invasore. Pertanto, qualsiasi intervento da parte di un gruppo di interesse finanziario contro la legalità di un governo governato dallo Stato di diritto è un attacco alla sicurezza, di cui è responsabile la nazione e lo Stato che sostiene gli interessi di questo gruppo mettendo a sua disposizione le proprie risorse nazionali, siano esse militari o logistiche, subendone le conseguenze come abbiamo visto in tempi recenti. Da ciò si comprende che qualsiasi gruppo finanziario che agisca nell'economia di una nazione per destabilizzare il suo governo dalla libertà internazionale perde tutti i suoi diritti internazionali dal momento in cui usa la libertà come mezzo per impoverire il popolo e l'impoverimento come mezzo per destabilizzare la pace. La storia delle nazioni ha già mostrato con ampi esempi come il terrorismo di questi gruppi finanziari su un governo legittimamente costituito conduca i popoli verso le profondità dell'inferno, verso le quali le loro vittime non si erano affatto ritagliate un simile destino. Il futuro dell'umanità e di un Regno che guarda a un orizzonte che non finisce: può solo concedersi la gioia e la felicità di avanzare sotto un cielo senza nuvole dal potere di un Consiglio mondiale per la difesa della legittimità dei governi dei popoli.

Articolo diciassette: Legge del pane

La proprietà di tutte le cose dell'universo, del cielo come della terra, appartiene a Dio, il loro Creatore. Tutte le creature sono nutrite dal nostro Creatore attraverso la Sua creazione. Qualsiasi limite alla produzione o alla distruzione dei beni dei terreni agricoli per interessi privati o comunitari è un crimine contro l'Umanità. Nessuna ragione giustifica la morte per fame delle nazioni del Terzo Mondo in nome di un mercato che impone la distruzione di milioni di tonnellate all'anno di prodotti vitali per la vita e la crescita sana delle nazioni. La capacità del mercato e delle comunità di ordinare la distruzione e limitare la produttività della terra per produrre cibo è un crimine contro l'umanità. Noi figli di Dio abbiamo il dovere di abolire questa capacità criminale del mercato di affamare intere moltitudini in nome del concetto criminale di stabilità dei prezzi. Nessun prezzo giustifica l'assassinio di massa dei popoli dell'umanità. È dovere dei figli di Dio abolire questo sistema di quote di produzione e liberare la terra dalle catene che le sono state imposte dagli interessi dei leader di tutti i tempi. 

Articolo diciotto: La legge del Paese

La proprietà legale della terra appartiene a Dio che l'ha creata per nutrire tutte le sue creature con i frutti della terra. Questo diritto divino stabilisce per il Consiglio della Pienezza delle Nazioni del Suo Regno un potere illimitato per la distribuzione dei frutti della terra tra i popoli del Suo Regno nell'ora del bisogno. In quest'Ora tutte le eccedenze immagazzinate e tutti i raccolti nei loro frutti saranno a disposizione del Consiglio dei figli di Dio per soccorrere le necessità dei popoli fratelli. 

Articolo diciannove: Il diritto di proprietà

Tutte le creature sono fratelli in Dio, il nostro Creatore. Il nostro Creatore e Padre ha stabilito che la capacità della terra di nutrire i suoi figli è illimitata. Ma le guerre tra coloro che si sono ribellati, nella loro ignoranza, a questa disposizione divina secondo cui tutte le risorse sono di proprietà di tutti gli uomini e sono soggette alla distribuzione internazionale in base alle necessità, quelle guerre, come la marea spazza via dalla riva la scritta sulla spiaggia, hanno annullato ciò che Dio ha fatto e hanno dato il diritto di proprietà della terra alla creatura, diseredando il Creatore della Sua Creazione. Originata da questa follia delle carestie che hanno divorato intere moltitudini sotto i nostri occhi, dopo aver assistito impotenti allo spettacolo disumano della distruzione delle eccedenze alimentari, per mezzo di incendi e contingentamenti, la Legge Naturale Divina prevede che l'abbandono della terra coltivabile da parte dei suoi proprietari temporanei implichi il ritorno a questo Diritto di Creazione del titolo di proprietà, che sarà concesso liberamente e gratuitamente a chi dà alla terra ciò che la terra vuole, e con questa soddisfazione l'uomo soddisfa il Bisogno proprio e di tutti gli altri esseri umani. 

Articolo 20: La legge dell'umanità

La proprietà legale della terra coltivabile, da cui dipende la vita dei suoi figli, appartiene inalienabilmente a Dio. La sua proprietà temporale spetta a colui che la coltiva, e la legge naturale divina prevede che rimanga nella sua famiglia finché ci saranno mani che la lavorano. Poiché appartiene in usufrutto al coltivatore, la terra non può essere venduta o comprata, ma alla fine del lavoro, a causa dell'assenza di mani familiari, la terra tornerà al suo Creatore, e chi continuerà a dare alla terra ciò che la terra chiede, le mani dell'uomo, entreranno in essa. Da questo lavoro, non dalla tecnologia e dalle scienze del tempo libero, dipende la vita dell'umanità. Perciò, quando Dio creò l'uomo e andò a scegliere tra loro colui che sarebbe stato il più grande, prese per sé un ortolano, un agricoltore, un coltivatore. Erede di suo Padre, di tutte le cose che appartengono a suo Padre, ereditando la proprietà della Terra suo Padre la preservò dal saccheggio e dalla schiavitù a cui, contro la sua volontà, la Terra fu poi sottoposta, e colei che era stata creata con capacità illimitate si trovò nella contraddizione di vedere i suoi figli morire di fame. Questa proprietà torna quindi nelle mani dell'umanità, il cui capo era Adamo, e dell'attuale Gesù Cristo, legittimo proprietario e signore di tutte le cose, del cielo e della terra.

Articolo ventuno: la legge del futuro

La Legge Naturale Divina afferma che le mani che hanno espropriato il Signore della Sua Creazione riducendo in schiavitù i figli della terra non hanno alcun diritto sulla terra. Sono mani del crimine. La storia universale è lunga di esempi senza nome e generosa di lezioni senza titolo. Il latifondismo è un crimine contro l'umanità il cui frutto si è rivelato essere ignoranza, miseria e guerra civile. La terra appartiene a coloro che la abitano e la vivono, sostenendo l'umanità con il frutto del loro lavoro, a partire da se stessi e dalle loro case. È dovere dei figli di Dio abolire questa forma di criminalità, ereditata dal passato, con la quale i figli della terra sono stati allontanati dai mezzi dati loro dal Creatore per vivere e partecipare alla società attraverso la produzione dei frutti della terra, senza i quali l'umanità non può vivere. L'abolizione di questa forma criminale di amministrazione della terra sarà abolita dalla Pienezza delle Nazioni del Regno. Come è abolito in cielo così è abolito in terra.

Articolo ventidue: La legge sulla salute

Dichiarare come crimine contro l'Umanità la custodia e la protezione di tutti i cancelli che vietano l'accesso di tutti i popoli del Regno di Dio alle tecnologie della salute, fisica e mentale, degli esseri umani, la cui custodia e protezione, in nome di qualsiasi tipo di sistema e legalità, è la condanna a morte di moltitudini di creature. È dovere dei figli di Dio dotare il Consiglio di tutte le Nazioni di un Comitato di Emergenza dotato di tutti i poteri sulle imprese pubbliche e private delle Nazioni del Regno di Dio impegnate nella produzione medica, in tutte le sue forme, al fine di distribuire gratuitamente i loro prodotti tra le nazioni povere a seconda delle necessità. Le medicine sono l'arma con cui una creatura combatte per la sua vita contro la Morte. Se ne viene privato, viene gettato nel circo dei leoni per essere dato in pasto alle bestie selvatiche. Ma il Creatore ha messo tutte le risorse della sua creazione nelle mani dei suoi figli per la vittoria delle sue creature. 

Articolo ventitré: La legge della saggezza

È dovere dei figli di Dio finanziare e articolare tutti gli sforzi dei saggi della Pienezza delle Nazioni, liberando la Scienza della scienza, la Scienza della Salute, da tutti gli interessi privati, statali e individuali, creando una Comunità Scientifica riunita e consacrata nella vita alla Vittoria dell'Umanità contro tutte le malattie, ereditarie e secolari, che hanno parassitato l'umanità dai tempi della Caduta di Adamo. I frutti di questa Comunità saranno Patrimonio dell'Umanità e messi nelle mani delle Nazioni, liberamente e gratuitamente, per la gioia di tutti gli esseri umani.

Articolo ventiquattro: La legge della verità

Tutti i figli di Dio, senza eccezione, sono responsabili dei nostri atti criminali contro i nostri simili davanti alla giustizia. Noi figli di Dio abbiamo il dovere di liberare la giustizia da ogni tipo di sottomissione al potere politico e religioso, affinché i principi della verità, tra i quali l'uguaglianza di tutte le creature agli occhi della giustizia divina del nostro Creatore è la roccia su cui si erge il Suo Regno fino all'eternità, possano essere realizzati dalla libertà. E abbiamo il dovere di dotare la giustizia di tutti i poteri giurisdizionali per far rispettare questa legge a tutti i cittadini, senza eccezioni. Ogni deviazione da questo Principio Eterno e ogni eccezione a questa Regola Divina è una porta che conduce al terrorismo della Scienza del bene e del male, dei cui fuochi e orrori siamo sazi fino al vomito e ubriachi di rabbia. 

Articolo venticinque: La battaglia finale

Nella Sua onniscienza di articolare la Sua civiltà in vista della vita eterna, Dio ha stabilito che il Suo Regno avrà come pilastro principale della sua costruzione un Organo Giudiziario con potere legislativo illimitato per combattere il crimine, la delinquenza, il terrorismo... Il male in tutte le sue forme. Avendo innalzato a capo di questo corpo Suo Figlio, il nostro Re eterno, noi figli di Dio abbiamo il dovere di articolare il corpo di giustizia della nostra civiltà a immagine e somiglianza del modello divino, il cui Principio è la Verità e il cui Fine è la Pace. Essendo l'esercito dei giudici l'avanguardia d'urto nella battaglia dell'umanità contro il crimine, in tutte le sue forme, spetta al corpo giudiziario legiferare tutte le misure senza le quali la battaglia è persa e con l'applicazione delle quali la vittoria è nostra. È nostro dovere abolire il potere dell'organo politico di allontanare la magistratura dal potere legislativo anticrimine, senza il quale la lotta contro la criminalità organizzata, nazionale e internazionale, cresce ed estende i suoi tentacoli fino allo zoccolo duro dei governi democratici. 

Articolo 26: Il modello divino

Nella sua lotta per condurci dalle tenebre alla luce della Verità, Dio ha voluto che la nostra Civiltà contenesse nel suo corpo il seme dei valori che la Sua Civiltà contiene in alberi maturi dal cui frutto si alimenta la Pace, la Pienezza delle Nazioni del Suo Regno. È nostro dovere articolare la nostra civiltà a immagine e somiglianza del Divino. È quindi dovere dei figli di Dio dell'insieme delle Nazioni firmare la Carta di adesione alla Corte penale internazionale e dotare il suo organo di pieni poteri esecutivi per far consegnare i suoi mandati di arresto per coloro che sono stati riconosciuti colpevoli di crimini contro l'Umanità, senza alcuna disposizione contraria da parte dei Governi destinatari del mandato di arresto e di consegna. Qualsiasi rifiuto da parte di un Governo di sottomettersi alla Giustizia internazionale sarà considerato una ribellione contro l'Umanità e, di conseguenza, sottoporrà quel Governo a un'indagine per favoreggiamento dei crimini contro l'Umanità perpetrati dal soggetto contro cui il Tribunale ha firmato un mandato di arresto e consegna. 

Articolo 27: Difesa e libertà

Nella lotta comune Creatore-Creatura, Dio-Uomo, contro i sistemi e i mali ereditati dal passato e naturali alla Scienza del bene e del male, e al fine di chiudere la strada del futuro a tali sistemi e organizzazioni criminali che, sotto la bandiera delle ideologie e delle religioni, si ergono al potere per devastare i propri popoli e quelli vicini dal Potere, i figli di Dio della Plenitudine delle Nazioni hanno il dovere di fondare una Corte d'Appello Universale davanti al cui Tavolo i popoli, vittime di tali mostri, possono chiedere Difesa e Libertà. La Corte d'Appello Universale perorerà la causa davanti al Tribunale Penale Internazionale e al Consiglio delle Nazioni Unite, mobilitando entrambi per la libertà e la difesa dei popoli intrappolati sotto le ruote della tirannia. Il Tribunale emetterà un mandato d'arresto internazionale e il Consiglio muoverà le necessarie forze di cattura. Tutti i governi dell'insieme delle nazioni collaboreranno con il Tribunale per la Difesa dei Popoli mettendo a sua disposizione tutti i mezzi necessari per lo sviluppo della Vittoria di tutti contro i tiranni e i dittatori il cui cibo è la carne umana e la cui bevanda è il sangue umano. Il Consiglio consegnerà tali mostri al Tribunale per essere giudicati per i loro crimini contro l'Umanità.

Articolo ventotto: La legge della vita

La Legge Naturale Divina stabilisce che gli stranieri che fuggono in cerca di rifugio dalle guerre civili, affamati e assetati di Giustizia e Libertà, e che temono per la loro vita di pellegrinare verso una terra di promesse alla ricerca di quella natura umana che è stata loro negata nei luoghi di origine: siano accolti come fratelli e vivano sotto la protezione della Legge, stabilendo come crimine contro l'Umanità ogni forma di schiavitù da parte di chi manipola la loro situazione per arricchirsi, sia attraverso il salario che attraverso la prostituzione. Fondando la Sua Creazione su una Nuova Roccia contro i cui atomi si disintegra ogni possibilità di ricrescita della Scienza del bene e del male nell'Universo, Dio ha maledetto la schiavitù e ha decretato una sentenza di esilio dal Suo Regno contro il proprietario di schiavi. Perciò è stabilito dalla Legge naturale divina che noi figli di Dio abbiamo il dovere di sottomettere tutte le cose alla Legge dell'uguaglianza, in modo che due persone che fanno la stessa cosa non possano ricevere l'una la miseria, perché è straniera, e l'altra la gloria, perché è un figlio della patria. Lo straniero come l'indigeno siamo tutti figli della stessa Terra, abbiamo tutti diritto allo stesso salario per lo stesso lavoro. 

Articolo ventinove: La legge della misericordia

Esiste un solo tipo di Misericordia. "Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero nudo e mi avete vestito, ero malato e mi avete guarito, ero in prigione e mi avete liberato". Quando è in potere di impedirlo, e si permette che Cristo muoia nell'uomo, la Legge naturale divina prevede che il sangue degli innocenti ricada sulla testa di chi lo promuove, così come su quella di chi lo permette. I figli di Dio hanno il dovere di rompere le frontiere e di passare sopra le teste dei governi la cui politica omicida è la firma della condanna a morte di centinaia di migliaia di creature, vittime della follia dei loro governi, follia alimentata dagli interessi finanziari di mostri internazionali che hanno nella guerra civile controllata una fonte di profitto e di potere. L'inattività di chi assiste al crimine e quella di chi lo promuove sono due facce della stessa medaglia, entrambe punite con la stessa sentenza: "Vai all'inferno e digrigna i denti". La misericordia, infatti, non litiga con la giustizia, ma la giustizia con la durezza di cuore. C'era una volta un altro re che, avendo combattuto il nemico con un numero di soldati di gran lunga inferiore, nell'ora della vittoria si ritrovò con migliaia di sconfitti e feriti. La sua decisione salomonica fu quella di ucciderli tutti per non doverne nutrire o curare nessuno. Era un re ed era un cristiano, era il re degli inglesi. La memoria di Dio è infinita ed eterna, quando si tratta di dare ripagherà con la Misericordia, al cristiano come al non cristiano, offrendo Misericordia a chi ha avuto Misericordia del prossimo, amico o nemico, conosciuto o sconosciuto, e con la Giustizia, cristiana o no, a chi ha calpestato la Giustizia. Perché chi crede che confessando che Gesù è il Signore è già salvo, guai a lui quando il Figlio dell'uomo si alzerà per giudicare secondo la Legge e non secondo la Speranza, in quel giorno si vedrà che Dio giudica ciascuno per le sue opere e non per le masse né per gli alleluiamenti cantati in una mattina di gloria al Signore che ci perdona tutti i nostri crimini. La misericordia è per chi la dà, non per chi la conserva. Ma se non amiamo lo straniero in mezzo a noi e lo schiavizziamo senza pietà sotto gli occhi di tutti, trattenendo il suo salario, come potremo occuparci di chi muore in un campo profughi a migliaia di chilometri di distanza? Se non ci occupiamo di chi è in prigione dietro l'angolo, come potremo occuparci di chi muore nella prigione di un tiranno per amore della libertà? Chi ha il potere e non fa nulla è colpevole quanto chi non glielo strappa e lo consegna a un altro che farà ciò che deve essere fatto. La fede senza le opere è un suicidio e l'uccisione di Cristo per fede un crimine. Quale punizione meriterà chi uccide l'uomo che Dio ha creato a sua immagine e somiglianza, che è in noi e che ha generato in noi al prezzo della crocifissione di suo Figlio?

Articolo 30: Il giorno di Yahweh

Tutte le Nazioni sono state abbandonate nelle mani di una generazione di figli di Dio, tutti malvagi, ribelli al loro Padre, contro il quale si sono sollevati e al cui Regno hanno dichiarato guerra, preferendo l'eternità del bando a un giorno in più in un Universo governato da una Giustizia che non fa distinzione tra servo e figlio, tra principe e cittadino, stabilendo su tutto l'Eguaglianza eterna. Dio non credendo che la creatura osasse sfidare il suo Creatore con la politica del fatto compiuto, con il cuore trafitto dalla lancia del tradimento, Dio, indistruttibile, aprì gli occhi e, alzandosi, nel suo dolore alzò la voce e ponendo la testa a testimone giurò di schiacciare il suo nemico, dicendo: "Alzo la mano al cielo e giuro per la mia vita eterna: quando affilerò la lama della mia spada e prenderò il giudizio nelle mie mani, mi vendicherò dei miei nemici e darò il dovuto a coloro che mi odiano, renderò le mie frecce ebbre di sangue e la mia spada si riempirà di carne, del sangue dei morti e dei prigionieri, delle teste dei capi nemici". Gioia in cielo, dolore sulla terra. Gioia in alto perché Dio aveva raccolto il guanto di sfida e con quello stesso guanto, che ora custodisce un pugno di ferro, aveva restituito la sfida; tristezza in basso perché la battaglia finale si sarebbe combattuta sulla Terra. Ma gioire dopo la sofferenza: "Rallegratevi, o popoli, per il suo popolo, perché egli ha vendicato il sangue dei suoi servi, lo ha vendicato sui suoi nemici, e farà l'espiazione per la terra e per il suo popolo". Quanto grande era il dolore, tanto grande sarebbe stata la Speranza; se il dolore era infinito, la Speranza sarebbe stata eterna, e in essa la Vittoria, ferma: "I tuoi discendenti si impadroniranno delle porte dei loro nemici". Ridotti in schiavitù i figli di Abramo, nelle loro catene Dio scoprì che non era a Isacco che guardava, ma a Cristo. 

Articolo trentuno: Diritto alla verità

L'argomento supremo su cui un testimone può stabilire davanti a un tribunale la veridicità della sua testimonianza è la sua vita, il suo sangue. Sul proprio sangue Cristo ha stabilito l'innocenza di Dio rispetto a qualsiasi partecipazione, attiva o passiva, alla morte di Adamo, da un lato, e l'ignoranza di Adamo rispetto alle intenzioni criminali dell'angelo ribelle per eccellenza, il cosiddetto Satana, capo del Serpente, dall'altro. Poiché c'era ignoranza, Dio aprì la porta della redenzione, del sacrificio di espiazione per il peccato. La Legge di espiazione - per il peccato del popolo e del suo principe - richiedeva come conditio sine qua non l'ignoranza del trasgressore. La corruzione del giudaismo e la rottura dell'Alleanza tra Dio e i figli di Abramo secondo la carne avvennero quando il Sacrificio divenne demonismo, poiché il trasgressore prima pagò il prezzo del crimine e poi continuò a commetterlo, un demonismo selvaggio e mostruoso stabilito dalla consuetudine sacra che Dio ci ha rivelato nel caso di Giuda l'Iscariota. Cioè, se c'è premeditazione per il crimine, non c'è ignoranza, e senza ignoranza non c'è perdono, ed è per questo che Dio non poteva perdonare agli ebrei il loro crimine, anche se Suo Figlio glielo chiedeva dalla Croce, perché commesso con premeditazione, pervertendo l'Alleanza di Mosè e trasformando la Legge nel Tempio del Peccato, l'espiazione non poteva aver luogo, e senza espiazione non poteva esserci perdono. Con quella trasformazione del sacerdozio aronita in un business, il crimine vale così tanto che pago così tanto e vado a commetterlo con il perdono in tasca, il giudaismo, nella sua ignoranza, ha fatto una difesa dell'Inferno e della sua ideologia, la stessa che nell'Eden metteva in pratica la sua filosofia malvagia sotto il presupposto del perdono divino sulla base della paternità del Giudice del Cielo sul criminale. Figlio di Dio, poiché era figlio di Dio, gli doveva essere permesso ogni crimine e offesa, quindi in nome di Dio qui ti pugnalo e qui ti maledico. Gli ebrei, avendo un prezzo per il crimine e dimenticando la condizione sacra per il perdono, l'ignoranza, trasformarono il Tempio in un affare lucrativo, quando i sacerdoti stessi depositarono in anticipo nel tesoro delle monete d'argento contro il crimine che stavano per commettere, sia esso adulterio, furto, omicidio, falsa testimonianza e così via. Filosofia malvagia in cui la Chiesa romana cadde e da cui la Chiesa cattolica fu salvata dalla Chiesa tedesca ai tempi di Lutero, quando inconsapevolmente nella sua ignoranza la Chiesa cattolica fu trascinata dalla Chiesa romana nella trasformazione del peccato in un affare lucrativo, chiamiamolo "lo scandalo delle indulgenze". Dio si è ribellato alla filosofia dell'inferno. Né difeso da un suo figlio, nel caso di Satana, né difeso da un suo servo, nel caso di Aronne, avrebbe mai accettato la trasformazione della sua Corona nella corte pagana di un dio degli dei, alla cui salute i principi del suo Regno potevano contare sulla sua benedizione quando si trattava di ammazzare il tempo giocando con le vite umane come diavoli e angeli, poliziotti e ladri, cattivi e buoni, eroi e mostri. Dio alzò la mano al cielo contro un suo figlio, Satana, che osò portare in croce il suo figlio più giovane, Adamo, e non alzerebbe forse il pugno contro un suo servo, Aronne, che osò inchiodare alla croce il suo Figlio primogenito? E poiché non c'è tre senza due, che cosa ha fatto pensare alla Chiesa romana che al loro vescovo e alla sua corte di cardinali sarebbe stato permesso da Dio di fare ciò che non avrebbe permesso al suo servo o a suo figlio, cioè di riempire la sua coppa con il sangue dei loro crimini?

Articolo trentadue: Il diritto alla misericordia

Ebrei e Romani erano tutti presi dalla stessa ignoranza. Su tutti, cristiani e gentili, è rimasto il velo che impediva agli ebrei di vedere Dio. Coloro che lo videro lo amarono con una forza più forte della morte. Ma quando coloro che gli succedettero se ne andarono, vissero di Fede, le parole profetiche di coloro che videro Dio rimasero tra loro come fiaccole nelle tenebre. Ora la Fede senza la perfetta Conoscenza di Dio è corrotta. Un'affermazione che gli Apostoli si sono preoccupati di stabilire nelle loro Epistole e che i secoli successivi si sono preoccupati di dimostrare, "lo scandalo delle indulgenze" la testa dell'iceberg. Misericordia dunque a tutti, ebrei e romani, cristiani e gentili, perché nella sua onniscienza Dio aveva stabilito che il velo della perfetta conoscenza della Divinità non sarebbe caduto dagli occhi della sua creatura umana finché non fosse nata la discendenza di Cristo, quella discendenza nata per conquistare e vincere le porte dell'inferno. 

Articolo trentatré: Diritto di pace

Tutti gli eserciti del Regno di Dio sono sotto il comando del Re dei Cieli, Capo Supremo del Consiglio dei figli di Dio, alla cui voce e alla cui sola voce si muovono gli eserciti dell'Alleanza della pienezza delle nazioni dell'universo. Come in Paradiso sulla Terra, noi figli di Dio abbiamo il dovere di separare i governi politici delle nazioni membri del Consiglio dell'Insieme delle Nazioni, nei cui membri risiede il potere di guerra e di pace, e al cui Corpo e al cui Consiglio soltanto gli eserciti dell'Alleanza dell'Insieme delle Nazioni devono obbedienza. Essendo la pace il bene supremo per eccellenza della Creazione, Dio ha ordinato che questo potere risieda solo nella Corona di Suo Figlio, il Capo Supremo del Consiglio dell'Alleanza di tutte le Nazioni del Suo Regno. Il Consiglio dei figli di Dio e il Consiglio dei Capi di Stato Maggiore degli eserciti dell'Alleanza dell'insieme delle Nazioni del Regno di Dio sono, come testa e braccio, parte dello stesso Corpo, e solo questo Corpo, il cui Capo è il Re, Gesù Cristo, ha il potere della guerra e della pace.

Articolo trentaquattro: La legge del Re

L'esperienza è la madre della scienza. Ma la Scienza al servizio dell'uomo come animale politico diventa un'arma di distruzione nelle mani di una bestia, umana in apparenza, nata dall'uomo ma disumana, con un solo scopo in mente: Per imporre il suo inferno al mondo. Su questa Legge della Scienza Dio ha stabilito il nucleo duro del suo Regno, vietando l'accesso alle Tecnologie di Difesa a qualsiasi governo al di fuori dell'Alleanza dei suoi eserciti. Le leggi che seguono, il divieto di vendita di informazioni e materiali al di fuori dell'Alleanza del Re e l'acquisizione della proprietà delle industrie della Difesa, da trasformare in Patrimonio della Pace Universale, soggetto al Consiglio dei figli di Dio, si basano sulla necessità di stabilire i pilastri del Suo Regno in accordo con le dimensioni infinite ed eterne della Creazione. Avendo imparato dall'esperienza che la sottomissione degli eserciti nazionali e internazionali alla volontà temporale e agli interessi passeggeri dei governi politici è alla base della guerra, Dio ha posto sul tavolo una Nuova Alleanza in base alla quale tutti i governi mettono i loro eserciti nelle Sue mani. Anticipando questa rivoluzione universale sempiterna, Egli si è presentato a noi nel suo Libro come YAVE degli eserciti. Che l'uomo lo sottoscriva o si rifiuti di mettere nelle mani del suo Creatore ciò che gli appartiene per diritto di creazione è una questione diversa. Satana ha anche rifiutato di firmare l'Alleanza che Dio e Suo Figlio hanno posto davanti ai nostri occhi, tutti noi, uomini e non uomini, per cui YAVE degli eserciti è il Dio di tutti e Suo Figlio, Gesù, il Re universale ed eterno della creazione. L'Unigenito e il Primogenito, il Braccio di Yahweh, il Re delle sue schiere, Gesù, il nostro Gesù Cristo, l'Origine della nostra Luce, il nostro Maestro e Salvatore, il Signore e il Re, le due condizioni che l'Infinito e l'Eternità pongono sul tavolo per la crescita e la perpetuazione di una Civiltà nello spazio e nel tempo, l'Universalità e la Sempiternità, Queste due condizioni si sono realizzate nella Natura di Suo Figlio, assoggettando tutto il Potere alla Sua Corona, Suo Padre ha stabilito la Legge del Re contro la volontà temporale e gli interessi passeggeri dei Governi nazionali e internazionali all'origine delle guerre, civili e mondiali, che l'intera creazione ha subito fino ad oggi. In base a questa Legge, chiunque non firmi la Nuova Alleanza, sulla quale Dio ha ricreato il suo Regno, firma contro la sua testa, sia esso figlio o servo di Dio, la pena dell'esilio dalla Creazione.

Articolo trentacinque: La legge della civiltà

Nessun uomo o gruppo di uomini deve essere perseguitato per i suoi ideali di giustizia. Perciò è dovere dei figli di Dio abolire qualsiasi potere dello Stato di tentare, reprimere, demonizzare o controllare le forze che l'immagine divina nell'uomo mette in moto per scuotere dalla società l'inerzia naturale a qualsiasi stadio successivo a una grande vittoria. Qualsiasi movimento dello Stato al di là delle sue funzioni amministrative è un crimine contro la società. La società è nata libera ed è stata dotata dal suo Creatore di tutte le forze necessarie per poter sfondare da sola, senza la violenza dello Stato, le frontiere dietro le quali si trova la terra promessa della Verità, della Giustizia e della Pace. A questa Idea di Giustizia non si può rinunciare perché è divina, e ogni azione dello Stato contro di essa, come la storia ha già dimostrato, è oggetto di rovina. Di conseguenza, noi figli di Dio abbiamo il dovere di tagliare tutti i fili con cui lo Stato si arma per combattere la Giustizia divina che si scopre in coloro la cui Immagine è più forte della loro stessa vita. Come a suo tempo la separazione Stato-Chiesa si rivelò uno dei pilastri della civiltà, nella nostra la separazione Stato-Esercito è, alla luce dei fatti, una necessità della giustizia: rivoluzionaria e irreversibile, cioè divina.

Articolo trentasei: La legge della giustizia

Ogni sacerdote che fa apologia del crimine ordinando l'imprigionamento o la morte di coloro le cui idee sono in disaccordo con le sue, sia portato davanti alla giustizia umana per rispondere del suo crimine di istigazione al crimine. È dovere dei figli di Dio espellere dalla Chiesa di nostro Padre tutti i servitori che, contro lo Spirito della Giustizia divina, si ergono a inquisitori e giustizieri, direttamente o indirettamente, di coloro che, secondo la loro comprensione, hanno sbagliato nel cammino. La Parola di comprensione e di saggezza è l'unica arma che Cristo ha innalzato contro coloro che volevano crocifiggerlo, e questa, la Parola, è l'unica arma che abbiamo ereditato noi, figli e servi di Dio. Per questo la Scrittura dice che in principio Dio creò l'uomo nudo. Ma coloro che si sono armati per combattere la parola dell'uomo con il fuoco non sono di Dio, anche se sono entrati nella Casa di Dio e, usando i suoi mezzi, sono saliti in cima alla scala dei suoi servitori, non sono mai stati di Dio.

 

CONCLUSIONI FINALI

Quando Dio ha creato l'uomo ha proiettato sul nostro essere la natura sociale del suo essere. Dio, sociale per natura, ha voluto continuare ad avvicinarci alla sua natura proiettando sul nostro essere l'intelligenza del suo essere. Intelligente per natura, Dio ha voluto avvicinarci ancora di più al suo Essere proiettando la sua Paternità sul nostro essere. Infine, amandoci con tutte le sue forze e vedendo che non trovavamo il modello divino, ci ha mandato il suo Figlio primogenito affinché nella sua natura trovassimo la natura di Figlio che ci era stata data all'inizio.

Figli di Dio, sia che appartengano alla discendenza di Abramo, per la carne o per lo spirito, sia che appartengano alla discendenza di Cristo, la nostra natura intelligente ci pone di fronte al fatto della Società del Regno in cui Dio ha trasformato il suo rapporto con la sua creazione. Su questo capiamo ciò che è stato esposto nella Dichiarazione dei Principi, ovvero che la Libertà e l'Amore sono i due pilastri eterni su cui Dio ha eretto l'edificio di questa Società Creatore-Creatura. E ci mette di fronte alla situazione in cui si trovò il nostro Dio quando dovette uscire dal Conflitto cosmico in cui una parte dei suoi figli lo aveva costretto a cadere. Il Vecchio Modello precedente alla Caduta, avendo portato a questa situazione, doveva scomparire ed essere sostituito da un Nuovo Modello, fondato su una Roccia Inamovibile il cui orizzonte era aperto all'Infinito e il cui corpo sociale era immunizzato da qualsiasi tentativo di Guerra per l'Eternità. Di fronte a questa situazione di rivoluzione, Dio ha dovuto prendere le misure necessarie nella matrice della Sua Vittoria, ponendo al primo posto la Fondazione di quel Nuovo Modello Sociale, alla cui Nascita tutto il resto doveva essere subordinato, anche il Genere Umano, anche il Dolore di Suo Figlio se necessario.

La necessità ha imposto la sua legge. La Razza Umana avrebbe dovuto continuare a subire i colpi della frusta della guerra civile perpetua fino a quando non si fosse configurata definitivamente la Nuova Struttura che la sua Creazione avrebbe ricevuto. Con tutto il dolore del suo Cuore, doveva essere così. La necessità gli impose di bere il calice della passione del suo Figlio unigenito. Quella stessa Necessità doveva raggiungere il suo scopo e, soffrendo il dolore passeggero dei secoli a venire, con l'intera creazione che riponeva le sue aspettative nel bene che il futuro riservava a tutti noi, riempire la Coppa di Dio con le lacrime che il dolore di duemila anni doveva servirgli in abbondanza. Chi se non LUI, Dio dell'Eternità e dell'Infinito, l'Amato della Sapienza increata e creatrice, poteva ribaltare le carte in tavola e convertire la Tragedia della Razza Umana in un'Epopea a lieto fine? La sua anima sollevata dall'obbedienza di suo Figlio, che a prezzo del suo sangue ci ha generati tutti, ha messo nelle sue mani le nostre vite, depositando nel suo giudizio la speranza di una salvezza universale in cui l'intera creazione, conoscendola, ha trovato il sollievo che le lacrime della nostra tragedia avrebbero portato al suo cuore.

Un Regno Universale ed Eterno, composto da molti Mondi, ognuno con la sua origine in tempi e stelle diverse, che cresce senza limiti, estendendo senza fine le sue frontiere e le sue nazioni.

Una Chiesa Universale e Sempiterna, a immagine e somiglianza del suo Signore, depositaria di verità eterne per la gioia di tutte le Nazioni e la gloria del nostro Re.

Un Popolo, l'Uomo, composto da molte nazioni, Nazione tra le Nazioni, ognuna un Mondo, tutte unite allo stesso tronco, la Corona di Dio, come i rami allo stesso albero, l'Albero della Vita.

 

 

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